Meta ha recentemente investito circa 14,3 miliardi di dollari per acquisire una partecipazione del 49% in Scale AI, una delle startup statunitensi più rilevanti nel settore della preparazione dei dati per l’intelligenza artificiale. Nonostante si tratti di una quota non di controllo, priva di diritto di voto, l’operazione ha rapidamente suscitato preoccupazioni tra osservatori, concorrenti e autorità di regolamentazione.
Uno degli elementi più discussi è il coinvolgimento diretto di Alexandr Wang, fondatore e CEO di Scale, che entrerà a far parte del team di ricerca “superintelligence” creato da Mark Zuckerberg all’interno di Meta. Anche se tecnicamente indipendente, la nuova vicinanza tra le due società alimenta dubbi sulla reale separazione dei dati e delle competenze operative.
Diversi grandi clienti di Scale, tra cui Google, Microsoft, OpenAI e xAI (l’azienda fondata da Elon Musk), hanno cominciato a prendere le distanze. Alcuni hanno già annullato contratti multimilionari, altri stanno rivalutando il rischio che Meta possa, in modo diretto o indiretto, ottenere accesso a dati sensibili utilizzati per l’addestramento dei loro modelli IA.
La senatrice statunitense Elizabeth Warren ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione, definendo l’accordo un pericolo per la concorrenza nel settore AI. Sebbene Meta non abbia acquisito la maggioranza e non eserciti formalmente il controllo sulla governance di Scale, il fatto che possa accedere a risorse strategiche chiave solleva il rischio di concentrazione di potere e conoscenza in un settore già dominato da pochi giganti.
L’investimento, secondo gli analisti, rappresenta un tentativo di Meta di colmare il ritardo rispetto a concorrenti come OpenAI, Anthropic e Google DeepMind. Attraverso Scale AI, Meta ottiene accesso a dati etichettati di alta qualità e a un’infrastruttura umana di annotazione che può migliorare i suoi modelli linguistici, in particolare la linea Llama.
Ma la domanda cruciale resta: è davvero possibile separare operativamente due aziende legate da un investimento di questa portata, soprattutto quando condividono persone chiave e obiettivi strategici simili?
Nei prossimi mesi, le autorità antitrust statunitensi saranno chiamate a rispondere a questa domanda. Nel frattempo, l’accordo tra Meta e Scale AI rappresenta l’ennesimo esempio di come l’equilibrio tra innovazione e concorrenza nell’era dell’intelligenza artificiale sia sempre più fragile.